12 November 2024
Esther Bondì, giovane autrice e linguista laureata in Linguistica Indoeuropea Comparata, fa il suo esordio nel mondo della narrativa con il romanzo Piatti rotti (Giulio Perrone editore, 2024). Dopo aver pubblicato racconti su diverse riviste italiane, Bondì si distingue anche per il suo impegno culturale internazionale, lavorando dal 2024 presso l’Istituto Italiano di Cultura di Berlino e collaborando con la redazione della rivista «Narrandom». Con Piatti rotti, Bondì offre una riflessione profonda sul passato e sul ricordo, una ricerca intima e personale che, grazie a una scrittura frammentata e potente, guida il lettore alla scoperta della memoria e dell’identità.
Un viaggio nei frammenti della memoria
Anna vive immersa nel passato, un tempo che riaffiora continuamente attraverso i ricordi evocati dai familiari. È l’unica della sua famiglia che cerca di dare ordine a questo caos di memorie, affidandosi inizialmente alle voci di chi l’ha cresciuta. Ma, per la prima volta, decide di ascoltare sé stessa. Nel suo tentativo di ricostruire una verità frammentaria, emerge il potere del ricordo e la sua inevitabile parzialità.
La ricerca di Anna svela non solo le ombre della Seconda guerra mondiale e le eccentricità di una madre che solo il tempo le permette di comprendere, ma anche un senso crescente di solitudine che culmina in una perdita improvvisa. Attraverso il suo sguardo attento, la bambina raccoglie pezzi del passato e riflessioni spesso trascurate: le freddezze familiari, il peso dei tabù, i proverbi in dialetto, l’aroma della pastiera e le avventure d’infanzia. Nel complesso mosaico che tenta di ricomporre, Anna si confronta con il dolore della sua storia e, tramite il ricordo, riesce infine a lasciar andare.
Piatti rotti è un romanzo dove frammenti di memoria e linguaggio si intrecciano, diventando strumenti per ridefinire e affermare l’identità personale.