13 Marzo 2020
La scrittrice è stata ospite del Caffè Letterario di Euroma2 lo scorso 28 febbraio per presentare il romanzo I MIGLIORI ANNI
In seguito alla presentazione del libro I MIGLIORI ANNI di Cinzia Giorgio a Euroma2, abbiamo scambiato quattro chiacchiere con l’Autrice, che ha rilasciato un’interessante intervista sull’affasciante saga familiare che vede protagonista Matilde.
Il libro I migliori anni vede al centro la storia di Matilde e l’Italia, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale agli anni 2000. Un libro a metà tra saga familiare e romanzo storico…
I migliori anni nasce tanti anni fa, a Venosa, dai racconti raccolti nei pomeriggi invernali, quando io e mia nonna Maria chiacchieravamo davanti a una tazza di tè al bergamotto. È un romanzo a cui tengo moltissimo, perché narra la storia della mia famiglia e in particolare della mia nonna materna. La vicenda si svolge tra la Lucania e la Puglia passando attraverso le atrocità del secondo conflitto mondiale e la faticosa ripresa del Dopoguerra. La Matilde protagonista del libro è una donna dinamica e ribelle in un periodo in cui era molto difficile esserlo, soprattutto in provincia.
Chi rappresenta per lei Matilde Carbiana?
Matilde è mia nonna Maria, uno dei pilastri della mia vita. Grazie a lei ho imparato a essere una persona migliore; ho capito l’importanza dello studio e della lettura. Ora che non c’è più, resta nel mio cuore tutto l’amore per la conoscenza che mi ha trasmesso.
Lo stile narrativo è molto fluido, sebbene il libro sia ricco di riferimenti storici. Come è riuscita a raccontare la storia dosando il giusto mix di elementi?
Le storie di famiglia sono affascinanti, sono scorci di vita vissuta che ci permettono di leggere la Storia attraverso canali inusuali, soggettivi. Microcosmi sui quali è bellissimo soffermarsi. Quando ho cominciato a scrivere I migliori anni, avevo un quadro completo di ciò che era accaduto al Sud durante la Seconda guerra mondiale, ma lo avevo soprattutto di quella parte poco nota: il punto di vista delle ragazze che durante il conflitto stavano vivendo la loro adolescenza, i primi amori, le prime delusioni. La guerra non aveva impedito loro di sognare. Anzi, la dimensione del sogno le aiutava appunto a sopravvivere.
Quanto c’è di lei in quest’opera?
Tantissimo, mi scorre nelle vene… perciò ho faticato tanto a scriverlo prima, a pubblicarlo poi. Ma ne è valsa la pena, per mia nonna, soprattutto.
Quale insegnamento arriva dal passato?
Cicerone nel De Oratore diceva: “Historia vero testis temporum, lux veritatis, vita memoriae, magistra vitae, nuntia vetustatis”, cioè è la storia la vera testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra di vita, messaggera dell’antichità. Non si può capire il presente senza conoscere il passato, e questo vale sia per i singoli individui sia per la collettività.
Ha voluto rendere omaggio alla sua città di origine, Venosa, in alcune descrizioni?
Sì, Venosa è una delle protagoniste indiscusse della storia di Matilde e non solo di lei. Una cittadina dal passato glorioso in cui vivono ancora donne fiere e caparbie.
Il fatto che che il libro sia ispirato alle vicende della sua famiglia, le ha permesso di muoversi più liberamente, giocando con la fantasia?
No, il contrario. Non volevo tradire la memoria dei racconti che mi faceva nonna così ho camminato per anni su un terreno minato ma pieno di ricordi e di amore.
Ritiene sia difficile ancora oggi per una donna essere indipendente?
Sì, perché nonostante tutte le conquiste che abbiamo ottenuto, ci resta ancora tanto da fare. Ma perseverare è d’obbligo e studiare è la sola risposta.
Quali sono i valori fondamentali che le ha trasmesso sua Nonna?
L’indipendenza che passa attraverso l’istruzione, il valore della parola data e la famiglia.
Un libro che si legge tutto d’un fiato dall’inizio alla fine, è previsto un seguito?
Non penso, ma vedremo!
Su quale genere sta lavorando al momento?
Non so definire il mio “genere”, per me conta la storia in sé. Tuttavia, posso dire che prediligo le storie di donne forti, di personaggi reali e coraggiosi.
Cosa ne pensa di queste iniziative dedicate all’approfondimento letterario all’interno del Centro Commerciale?
Sono un ottimo veicolo di cultura e una lodevole proposta per coinvolgere in modo trasversale tutti coloro che frequentano il centro commerciale e, al contrario, per avvicinare chi nei grandi Mall non ci va di solito. Inoltre, penso che un abito scintillante serva a volte ad arrivare a catturare l’attenzione. Penso al mio periodico, Pink Magazine Italia, che affronta temi importanti in una veste insolita, piacevole, patinato. Ecco, Euroma2 ha il pregio di essere una location di charme ma anche un luogo dove si fa cultura.