30 Maggio 2019
Le sue origini sono in Asia ma è ormai diffusissimo anche in Italia: è il caffè al ginseng e nasce dalla miscela di polvere di caffè con la radice della Panax quinquefolius, ovvero il ginseng americano. Gusto a parte, in cosa differisce dal classico espresso italiano? Aiuta a ridurre lo stress e la fatica e migliora l’umore e la vitalità. Ma non solo…
Non tutti sanno che il caffè al ginseng è molto consumato in Oriente per via di un potenziale afrodisiaco che non è stato tuttavia provato scientificamente. Per le sue proprietà energizzanti e rinvigorenti, nella tradizione asiatica la radice del ginseng viene impiegata come un rimedio quasi universale contro qualsiasi tipo di malattia. In particolare, si ritiene che il ginseng, nome che deriva dalla parola cinese rensheng che significa uomo, sia un prezioso alleato contro l’invecchiamento.
In Occidente viene invece comunemente consumato per stimolare le funzioni mentali, perché favorisce maggiore lucidità, reattività e vigilanza. Alcuni studi scientifici hanno indagato le possibili correlazioni tra il ginseng, anche nella forma di caffè, e il Sistema Nervoso Centrale giungendo alla conclusione che la radice orientale esercita un’azione di modulazione dello stato di eccitazione dei neuroni, rendendoli così pronti a dare una risposta ottimale agli stimoli esterni ed interni. Sempre dal punto di vista biologico, si è scoperto che alcune molecole contenute nel caffè al ginseng hanno un effetto vasodilatatore e favorirebbero quindi anche la circolazione sanguigna.
Non solo per gli innegabili benefici alla salute. Il successo del caffè al ginseng si deve anche alla sua estrema versatilità. Caldo, freddo, macchiato, zuccherato o dolcificato, in versione cappuccino o caffèlatte, resta una valida alternativa al classico espresso italiano.