19 Luglio 2019
“Vai amico mio. E porta con te il mio cuore”. Così Maurizio de Giovanni, tramite il suo profilo Facebook, ha salutato il commissario Ricciardi. Perché con “Il pianto dell’alba” (Einaudi, pp 280, euro 19) il giallista napoletano chiude il ciclo di uno dei protagonisti più amati dai lettori e che presto diventerà una fiction Rai diretta da Alessandro D’Alatri. La dodicesima e ultima avventura del popolare poliziotto napoletano è già un must delle letture estive di questo 2019.
Tutto il dolore del mondo, è questo che la vita ha riservato a Ricciardi. Almeno fino a un anno fa. Poi, a dispetto del buonsenso e delle paure, un pezzo di felicità lo ha preso al volo pure lui. Solo che il destino non prevede sconti per chi è condannato dalla nascita a dare compassione ricevendo in cambio sofferenza, e non è dunque su un omicidio qualsiasi che il commissario si trova a indagare nel torrido luglio del 1934. Il morto è l’uomo che per poco non gli ha tolto la speranza di un futuro; il principale sospettato, una donna che lo ha desiderato, e lo desidera ancora, con passione inesauribile. Così, prima di scoprire in modo definitivo se davanti a sé, ad attenderlo, c’è una notte perenne o se ogni giorno arriverà l’alba con le sue promesse, deve ancora una volta, più che mai, affrontare il male. E tentare di ricomporre, per quanto è possibile, ciò che altri hanno spezzato. Con un colpo di scena struggente il commissario Ricciardi chiude il suo ciclo.
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