24 Ottobre 2017
Romaneschi, violetti, catanesi, spinosi. Sono i quattro grandi ceppi in cui si suddivide il carciofo. Ma sono molte di più le varietà esistenti del principe degli ortaggi invernali, tutte molto apprezzate per le loro straordinarie qualità organolettiche. Scopriamole assieme…
Poco calorici, ricchi di fibre e sali minerali, dotati di proprietà toniche e disintossicanti, i carciofi sono fra gli ortaggi più diffusi nel nostro Paese. Con una superficie totale coltivata a carciofi di 47mila ettari e con le sue 500.000 tonnellate all’anno, l’Italia è addirittura il primo produttore al mondo. La regione con la più alta produzione di carciofi è la Puglia (35%), seguita da Sicilia (32%), Sardegna (21%), Campania (7%) e Lazio (4%).
I carciofi utilissimi per il fegato, aiutano ad eliminare le tossine e favoriscono la diuresi. Contengono inoltre mucillagini e piccole quantità di composti flavonoidi dalle preziose proprietà antiossidanti: beta-carotene, luteina e zeaxanthina.
A livello globale sono più di 90 le varietà di carciofo esistenti, sommariamente divise in due categorie principali: carciofi con le spine e carciofi inermi, ovvero senza spine. Alla prima categoria appartengono lo spinoso sardo con una grossa spina giallastra terminale, lo spinoso di Liguria e lo spinoso di Palermo, dalla forma più ovoidale. Fra gli inermi i più popolari sono il carciofo romanesco dai grossi capolini sferici, il violetto di Toscana, il precoce di Chioggia, il violetto di Catania e il violetto di Provenza. Il Tondo di Paestum e la Mammola romanesca hanno ottenuto l’indicazione Geografica Protetta (IGP) mentre al carciofo Spinoso di Sardegna è stata riconosciuta la Denominazione di Origine Protetta (DOP).
Come si conservano? Basta seguire alcuni semplici accorgimenti. Se i carciofi sono molto freschi ed hanno il gambo lungo è sufficiente lasciarli immersi nell’acqua, proprio come i fiori freschi. Invece, per conservarli in frigo (fino a una settimana al massimo), è bene asportare le foglie esterne più dure e il gambo, lavarli, asciugarli e metterli in un sacchetto di plastica o in un contenitore a chiusura ermetica. Infine, è possibile congelarli dopo averli puliti e sbollentati in acqua con succo di limone, lasciati raffreddare e riposti in appositi contenitori rigidi.