25 Ottobre 2017
Si è inaugurata lo scorso 20 ottobre a Palazzo Barberini ed è una delle mostre imperdibili fra quelle in programma a Roma in questo periodo. Interamente dedicata ad Arcimboldo l’esposizione è organizzata dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica e da Mondo Mostre Skira, a cura di Sylvia Ferino-Pagden, una delle maggiori studiose di Arcimboldo e già Direttore della Pinacoteca del Kunsthistorisches Museum di Vienna, e con la direzione scientifica delle Gallerie.
Per la prima volta nella capitale è possibile ammirare una ventina di capolavori autografi, disegni e dipinti di Giuseppe Arcimboldi (Milano, 1526-1593), meglio noto come Arcimboldo, provenienti da Basilea, Denver, Houston, Monaco di Baviera, Stoccolma, Vienna, Como, Cremona, Firenze, Genova, Milano. Un’occasione straordinaria, anche per la difficoltà di ottenere i prestiti delle sue opere, che spiega la rarità delle esposizioni dedicate a questo artista.
Formatosi alla bottega del padre, nell’ambito dei seguaci di Leonardo da Vinci, Arcimboldo, pittore, ma anche poeta e filosofo, è celebre soprattutto per le famose “teste composte” di frutti e fiori. Grazie alle sue “bizzarrie” e alle sue “pitture ridicole”, è stato uno dei protagonisti della cultura manierista internazionale, esponente di una corrente artistica, scientifica, filosofica e umanistica lontana da quella classicheggiante della Roma dell’epoca. Apprezzato dalle corti asburgiche di Vienna e Praga, al servizio di Ferdinando I, Massimiliano II e Rodolfo II, Arcimboldo guadagnò persino il titolo nobiliare di “Conte Palatino”. Riscoperto negli anni Trenta del Novecento, l’artista venne considerato il più importante antesignano del Dadaismo e del Surrealismo.
Esposte a Palazzo Barberini ci sono circa un centinaio di opere: dai capolavori più noti – le Stagioni agli Elementi, il Giurista a Priapo (Ortolano), il Cuoco – ai ritratti, l’arazzo di Como e le vetrate del Duomo di Milano, fino ai suoi preziosissimi disegni acquerellati per le feste di corte, in dialogo con dipinti e copie arcimboldesche, oltre a una serie di oggetti delle famosissime Wunderkammern imperiali, delle botteghe numismatiche e di arti applicate, milanesi e non, fino a disegni di erbari, frutta, animali, di cui all’epoca si faceva gran studio al fine di incrementare serre, serragli e giardini ma, anche e soprattutto, la conoscenza scientifica.
Un volume, edito da Skira, accompagna la mostra ed ospita gli scritti della curatrice Sylvia Ferino-Pagden e di Giacomo Berra, Andreas Beyer, Giuseppe Olmi, Lucia Tongiorgi Tomasi, Shinsuke Watanabe.
“Arcimboldo”
20 ottobre 2017 – 11 febbraio 2018
Palazzo Barberini
via delle Quattro Fontane, Roma
info: www.barberinicorsini.org